E due! Dopo la vittoria ottenuta una settimana fa a Castello
Roganzuolo nel trevigiano, il baby (19 anni) ragazzo di Cremona
Edoardo Costanzi si ripete nella Coppa Città di Melzo.
Ancora una volta in volata, alla sua maniera, davanti a 180
corridori. Se domenica scorsa alla sua prima apparizione tra
gli Under 23 era stato una sorpresa, oggi davanti a tutto il
gotha dei velocisti, da Montanari a Carini fino a Formentelli,
il ragazzo di Leali dell'Unidelta-Bottoli-Acciaierie Arvedi,
ha dimostrato che gli uomini jet della categoria, da ora in
poi dovranno fare i conti anche con lui. Abbiamo scandagliato
la nostra memoria per risalire a chi "Edo" puo somigliare,
chi come lui passato di categoria, è riuscito a imporsi
già nelle prime gare con questa autorità, con
questa decisione e potenza. Con i dovuti " metri di misura"
, lungi da noi dal voler apparire irriverenti, ma il modo con
cui il cremonese domina le volate ci fa ricordare il giovane
Saronni, quando 31 anni fa ancora dilettante si imponeva nelle
volate di gruppo. Sarà forse anche per la struttura fisica,
di bassa statura, con masse muscolari delle gambe pronunciate,
stesso colpo d'occhio (tutti e due provengono dalla pista) ,
stessa padronanza del mezzo meccanico, stesso istinto quando
si tratta di saper individuare la corsia giusta ed entrare decisi.
In questo, lo ripetiamo, senza scomodare nomi che hanno fatto
la storia del ciclismo, Costanzi ci ha fatto venire in mente
Beppe Saronni.
La gara con al via 184 corridori è vissuta principalmente
sui tentativi operati prima dal solitario Maurizio Vanotti(Bergamasca)
ripreso alla seconda tornata dopo aver ottenuto un vantaggio
massimo di 1'12" sul gruppo compatto al suo inseguimento.
Quindi, ripreso Vanotti, è toccato al suo compagno
Luca Barla andarsene solitario durante la terza tornata. Al
km 70, quarto dei sei giri grandi, sul ligure si porta il
polacco Jaroslaw Marycz (Fidi Bc). Al km 74 la coppia vanta
2'04" sul gruppo che sembra disinteressarsi. A scuotere
gli inseguitori ci pensa il nostro Ermanno Capelli. Il "nazionale"
non è uno da lasciargli troppa confidenza, la fila
si allunga, il ritmo si fa frenetico, al km 87 la coppia Barla-Marycz
viene ricondotta a più miti consigli. La velocità
non scende, la media che alla fine risulterà di quasi
46 orari non permette evasioni, neppure nei tre giri di 6
km ciascuno che chiudono la gara. La volata a ranghi compatti
è inevitabile. L'esperienza del nostro Francesco Frisoni
gli suggerisce di fare da apripista al giovane compagno Costanzi,
i due alla rotonda posta ai 200 metri finali( ma cosa fa una
rotonda a così poco dall'arrivo) si perdono, il cremonese
riesce però a trovare lo spiraglio alla sua destra,
lambendo le transenne fa esplodere tutta la sua potenza. La
vittoria è netta, ai battuti non resta che accettare
la sconfitta. Sul palco d'arrivo è presente Dino Zandegù,l'ex
grande velocista degli anni 60-70 a parole d'ammirazione per
il giovanissimo Costanzi.