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    Il Team Giordana Cipollini Tuttosport.com lamenta quanto avvenuto alla granfondo Prosecco Cycling Classic

    Cicloamatori - 04 Ott 2010 


    Quando il prosecco da' alla testa
    Fabio Tugnoli vince la Prosecco Cycling Classic, una granfondo dove la corsa e' stata la fatica minore. Osteggiato dall'organizzatore fin dagli inizi, in pieno regime di "apartheid", ottiene come premio un mazzo di fiori e un "non fatevi piu' vedere".


    Fabio Tugnoli vince la Prosecco Cycling Classic
    3 ottobre 2010 - Fabio Tugnoli, unitamente a tutto il team Giordana Cipollini Tuttosport.com, mai e poi mai avrebbero pensato di subire addirittura il regime di apartheid a 20 anni dalla sua scomparsa.

    Questi i fatti. Sabato 2 ottobre, un rappresentante del team si presenta per iscrivere alcuni atleti alla Prosecco Cycling Classic, in calendario il giorno seguente. Dopo una serie di sballottamenti tra un responsabile ed un altro, il ragazzo viene informato che la squadra e' "indesiderata", per tanto non gli viene accettata l'iscrizione. Giovane e con poca esperienza, torna a casa con la coda fra le gambe.
    Fabio Tugnoli pero' non ci sta, agisce per conto proprio e, dopo molte discussioni, riesce ad iscriversi.

    A fronte della quota di iscrizione di 50 Euro, gli viene consegnato un pettorale che lo costringe a partire relegato in ultima griglia. Cosi' e' il regolamento e lo accetta.

    Fabio conduce un'ottima gara, tanto da passare il traguardo a braccia alzate, vincendo con un distacco di 35".

    All'arrivo viene avvicinato dall'organizzatore Massimo Stefani, che lo informa che non verra'  premiato, in quanto "indesiderato".
    Appellatosi alla giuria, la quale non trova nessun motivo per cui squalificarlo, Fabio viene preso in privato, premiato con un mazzo di fiori e congedato con la frase "Sappiate che ne' tu ne' la tua squadra potrete partecipare nella prossima edizione".

    Fabio Tugnoli non e' un Master Gold, non ha sospensioni ne' squalifiche per doping in corso, pertanto non si capisce il motivo di questa discriminazione verso di lui e verso la squadra tutta. Si credeva che l'apartheid fosse un fenomeno terminato nel 1990, ma temiamo che si ripresenti nei confronti di alcuni corridori nella prossima stagione.

    Speriamo che tale atteggiamento si limiti a questo spiacevole avvenimento e che non si espanda ad altri organizzatori, obbligandoci a fare inviare i moduli di iscrizione dall'Ufficio Legale.











    Cicloamatori - 04 Ott 2010