IL VELODROMO BAFFI DI CREMA CHIUSO, NEL SILENZIO DELLA FEDERAZIONE.
Dopo una diatriba di cinque anni tra Coni Servizi e una societa' privata locale, la struttura tornera' di proprieta' al primo ma nel frattempo rimane inaccessibile per i ragazzi dell'Uc Cremasca.
Un altro santuario del ciclismo che chiude, un'altra pista delle due ruote che rimane inaccessibile a chi in questo sport ci crede. Il velodromo Pieno Baffi di Crema e' chiuso, e a indicarlo c'e', ormai da tre settimane, solo una desolante catena sul cancello.
Li' dove il ciclismo italiano ha vissuto un pezzo della sua storia e dove hanno corso i grandi campioni del passato, da Coppi a Moser passando per una rara kermesse in pista disputata da Marco Pantani, e dove si sono formati gli specialisti cremaschi Villa, Quaranta e Baffi, non si sente il sibilo delle ruote che girano o gli incitamenti dei direttori sportivi, ma solo silenzio.
Un silenzio assordante che nessuno vuole pero' ascoltare e che per ragioni burocratiche tra Coni Servizi e Sai, la societa' proprietaria dell'impianto degli ultimi cinque anni, nega ai ragazzi dell'Unione Ciclistica Cremasca la possibilita' di allenarsi in pista nel pieno della stagione agonistica.
Salta cosi' il lavoro di rifinitura in vista dei Campionati Italiani giovanili su pista, e mentre i giovani corridori chiamano e chiedono aggiornamenti sulla propria "casa ciclistica", tutto attorno le acque restano ferme.
Dopo che la Sovraintendenza ha posto un vincolo alla struttura in quanto bene pubblico da oltre cinquant'anni, infatti, il contratto tra la societa' privata Sai e il Coni Servizi e' cessato a fine maggio, ma in attesa del passaggio di consegne a quest'ultimo previsto per luglio, il velodromo rimane chiuso (nonostante sia a costo zero per l'azienda e perfettamente funzionante) fino a data da destinarsi.
Cosi', mentre si aspetta una valutazione dell'immobile da parte del Coni Servizi, ci si chiede dove sia finito l'impegno della Federazione nel voler rilanciare il ciclismo su pista: nessun incontro, nessuna pressione per cercare di risolvere la situazione di stallo e, mentre il Velodromo Pierino Baffi rimane vuoto, lanciamo la provocazione: cosa e' disposta a fare la Federazione per riaprire una delle poche strutture da pista in Italia? Per ora c'e' solo silenzio.
Eva Visentin - Addetto Stampa U.C. Cremasca
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