Caro Giacomo,
passato il tempo della concitazione, rimane solo l'amarezza per
quanto accaduto. Mi consola solo il fatto che anche nei momenti
peggiori non ho mai parlato male di te, al contrario ho fatto solo
apprezzamenti sulle tue qualita' di corridore.
Non credere che l'esito della controversia, che ci ha visto
schierati a Roma in campi contrapposti, mi abbia gratificato piu' che
tanto. Se ci pensi io non ho ottenuto nulla al di fuori della difesa
della rispettabilita' dell'associazione che rappresento, e mia
personale. Le cose sono andate come sai, credo ormai sia inutile
attribuirci vicendevoli colpe; per me la colpa maggiore ricade su
una societa' estranea che si e' inserita tra noi senza titolo e con
azioni contrarie alle piu' elementari norme di etica sportiva. Se un
giorno diventerai un dirigente di societa' sportiva lo potrai capire
meglio.
Al punto in cui siamo arrivati, purtroppo, la stagione e' ormai
compromessa: per me e per la mia squadra completamente; per te
non so in quale misura.
Personalmente non ho piu' motivazioni per vederti escluso dalle
gare. Meglio che tu torni a correre. Pertanto sarei giunto alla
determinazione di consentirti di tornare all'attivita' agonistica
rinunciando al vincolo che sai.
Ti confesso che la mia indole mi porterebbe - qualora tu
accettassi la mia offerta - di non porre alcuna condizione nella
scelta della tua nuova societa' di destinazione, se non il rispetto
delle vigenti norme federali. Ma il piu' elementare senso di equita'
mi induce a non premiare una societa' che non lo merita e che a
mio avviso dovrebbe essere sanzionata per come ha agito e per il
male che a noi e' derivato dal suo agire. Questa circostanza mi
induce - sentito anche il parere del mio consiglio direttivo - di
escludere tale societa', unitamente alle organizzazioni ciclistiche alla
stessa collegate, tra le tue possibili destinazioni.
Ci dicono che bisogna guardare sempre avanti; non sempre e'
vero: qualche volta conviene guardare anche indietro e guardando
indietro devi convenire che non tutto e' da buttare. Sono sicuro che
tu abbia trascorso periodi molto positivi con la nostra societa'. Ho
ancora in mente le lodi che tuo padre rivolgeva ai nostri DS per
come ti guidavano nell'attivita' e negli occhi il tuo sorriso dopo le
non poche vittorie ottenute.
Spero che tu possa diventare qualcuno nel mondo del ciclismo,
magari un campione; e spero che non proverai dispiacere nel
ricordare che in gioventu' avevi indossato per anni la maglietta
rossa. Molti nostri ex corridori che incontro mi confidano che di cio'
vanno molto fieri. Il tempo, vedrai, sistemera' molte cose.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici da risolvere, che
a questo punto mi paiono del tutto secondari, te la vedrai con
Giuseppe e con i miei D.S.; tecnici, ma soprattutto uomini, che
molto hanno fatto per te e ti hanno voluto bene, e che sono
orgogliosi di averti avuto loro allievo. Saranno contenti, come lo
saro' io, per quanto di buono saprai fare da qui in avanti.
Il mio in bocca al lupo.
Il Presidente dell'Uc Giorgione Leopoldo Fogale
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Le strade dell'Uc Giorgione e Giacomo Zilio si dividono.
A quasi un anno dall'inizio di una storia che ha lasciato il segno nella
societa' castellana, l'atleta viene svincolato.
Di fatto la societa' presieduta da Leopoldo Fogale va incontro alle
richieste avanzate dal ragazzo non prima pero' di aver fatto chiarezza
di fronte agli organi federali, che hanno dato piena ragione alla Uc
Giorgione sin dal primo atto.
Giacomo Zilio non fara' piu' parte della formazione castellana e
passera' al team del Villadose Angelo Gomme Sandrigosport.
Una scelta che non e' stata certo fatta a cuor leggero, tenuto conto
l'attivita' svolta con il ragazzo sin dal 2008 quando allora esordiente,
venne inserito nell'organico e sul quale la societa' aveva creduto
molto. Per tutte queste ragioni il Presidente e lo staff societario
intendono rendere pubblica la vicenda, agendo nella trasparenza e
ripercorrendo passo passo quanto accaduto.
Il tutto ha inizio a fine stagione 2012, quando a sorpresa il ragazzo, o
meglio il padre del ragazzo, avanza la richiesta di nulla osta per il
trasferimento ad altra societa'.
Giacomo Zilio chiede di lasciare la squadra a mercato concluso,
quando lo staff dell'Uc Giorgione aveva lavorato ed improntato le
scelte in vista dell'attivita' 2013 proprio su di lui, reputandolo l'atleta
di riferimento per la formazione juniores. Le motivazioni del
trasferimento sarebbero per lo piu' legate ad incomprensioni con un
tecnico.
La societa' decide quindi di prestare ascolto al ragazzo facendo dei
cambiamenti di organico in modo da appianare le "criticita'" palesate
ma tenendo anche conto delle esigenze di societa'.
A quanto pare poco cambia nelle intenzioni del ragazzo che a fine
ottobre fa pervenire una raccomandata alla societa' di appartenenza
facendo richiesta formale di trasferimento. Richiesta che non viene
motivata e quindi rigettata 20 giorni piu' tardi. Di fatto il ragazzo da
fine settembre non partecipa ad alcuna attivita' della squadra e non
risponde alle richieste del Ds.
La societa' lascia passare qualche mese e a febbraio contatta
nuovamente l'atleta invitandolo a prendere parte alla preparazione e
agli allenamenti contestandogli un atteggiamento che andava contro
al regolamento sportivo e agli accordi presi.
Interviene quindi la famiglia Zilio e questa volta lo fa attraverso una
raccomandata rivolta agli uffici del comitato regionale Veneto
chiedendo il trasferimento d'ufficio del ragazzo ad altra societa' per
motivi legati ad un ipotetico comportamento scorretto da parte dell'
Uc Giorgione con il quale l'atleta avrebbe si firmato un accordo
biennale ma, a dir loro, ponendo un tacito accordo verbale qualora vi
fosse la volonta' dell'atleta di lasciare il gruppo.
Motivazioni definite "pretestuose, non rispondenti al vero e non
dimostrabili" dalla societa' castellana che risponde quindi al Comitato
regionale Veneto che da ragione all'Uc Giorgione respingendo la
richiesta della famiglia Zilio e negando l'autorizzazione al
trasferimento dell'atleta.
Siamo a fine febbraio e l'Uc Giorgione e' pronta ad archiviare la
pratica ed accogliere l'atleta in squadra ma la famiglia Zilio decide di
presentare ricorso alla Commissione d'appello federale.
A maggio la risposta. La C.A.F. rigetta il ricorso, questo uno dei
passaggi chiave:"il quadro emerso dall'istruttoria e' quello di un
rapporto certamente in crisi ma a causa del desiderio del ragazzo di
trasferirsi in un'altra squadra per sue personali motivazioni (non
indotte da effettive mancanze o deficit del team di appartenenza)
come dimostra peraltro la sua recente frequentazione con ambienti di
altre societa'. Tale aspirazione, per quanto legittima, non e' tuttavia
sufficiente a poter determinare l'ablazione del vincolo sportivo, alla
luce dei vigenti regolamenti federali".
Questi i passi della vicenda che e' volta oggi al termine.
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