Ha stretto i pugni, Simone Ponzi, dopo il traguardo iridato di Varese, per
pochi metri avrebbe potuto brandirli al cielo per una vittoria che lo
avrebbe fatto entrare nella storia delle due ruote "Perdere in volata
sarebbe stato meno duro" ha raccontato ai microfoni Rai il bresciano "ora
sono ancora arrabbiato per aver perso l'oro, anche se č vero che questo
argento non č da buttare; ringrazio Rosario Fina e i compagni di nazionale
che hanno corso alla perfezione permettendomi di rimanere coperto fino alla
fine, purtroppo č andata cosė."
E in effetti, l'argento di Ponzi č giunto al termine di una gara dominata
dalla nazionale azzurra, sempre presente al comando delle operazioni; su
tutti, insieme al tricolore Caruso, c'č stato un superlativo Daniel Oss. Il
trentino č stato in fuga sin dalla prima ora di gara ed ha resistito nel
gruppo dei migliori sin sulla linea d'arrivo; con il rientro di Ponzi nel
corso dell'ultimo passaggio sulla salita dei Ronchi, sul gruppo dei migliori
nove atleti al mondo erano presenti entrambi i ragazzi della Zalf, segno del
loro indiscutibile potenziale che li ha portati a giocarsi il tutto per
tutto nella conquista della maglia iridata che manca all'Italia da ben sei
anni.
Il rimpianto pių grande rimane forse quell'ultima curva ai 400 metri dal
traguardo, approcciata in settima posizione da Simone Ponzi intento a
togliersi di ruota il pericolosissimo inglese Ben Swift; ma ben maggiore del
rimpianto per l'oro sfumato, č certamente la gioia per aver visto
protagoniste le maglie azzurre di Oss e Ponzi arrivati ad un passo dallo
storico traguardo.
Oggi a Varese l'Italia e la Zalf Desirče Fior, hanno volato in alto, ad un
passo dal tetto del mondo...
Ufficio Stampa
Zalf Desirče Fior
Andrea Fin
www.zalf-fior.com
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