E' una richiesta assurda e totalmente fuori luogo quella che si alza dall'assemblea di presentazione del calendario toscano per elite-under23. Stando all'articolo del nostro collaboratore Antonio Mannori, i team presenti alla stesura del calendario avrebbero fatto richiesta verso gli organizzatori di "una cifra minima garantita di rimborso per ogni atleta al via".
Nello stesso momento veniva annunciata l'assenza, dalla prossima stagione, di due classiche del ciclismo dilettantistico toscano e non solo: la Coppa Lanciotto Ballerini, 63 edizioni alle spalle, ed il Giro delle Due Province che proprio nel 2011 ha festeggiato l'edizione numero 70.
Mettendo a confronto i due fatti ci pare davvero assurda, alla luce delle profonda crisi che sta investendo la nostra economia ed il nostro sport, la richiesta di una cifra minima garantita di rimborso per ogni atleta al via. I team dilettantistici toscani confermano la visione miope che li ha portati a giocare un ruolo di secondo piano nel ciclismo nazionale dopo anni di lotta ai massimi livelli.
Sinceramente avremo preferito leggere di richieste che mirassero a migliorare la sicurezza degli atleti in corsa, di idee sul come dare vita ad un movimento dilettantistico che, salvo alcune rare eccezioni, si limita a cogliere successi nelle gare regionali. Ed invece dai team toscani e' arrivata una richiesta che mette ancora piu' in difficolta' i temerari che, non curanti delle enormi difficolta', decidono di organizzare una gara.
Ci piacerebbe, un giorno, assistere ad una riunione dei direttori sportivi dove vengono promosse domande serie sulla sicurezza degli atleti in corsa, richiamando gli organizzatori al loro primo ed imprescindibile dovere: garantire l'incolumita' di ogni corridore al via. Ed invece, prima di ogni gara, assistiamo al pietoso spettacolo fornito da chi sostiene che debbano stare due cambi ruota davanti e uno dietro e chi ne vorrebbe due alle spalle del gruppo. Poco importa se poi non ci sono i 100 metri di transenne regolamentari prima dell'arrivo, dopotutto il vero obiettivo di ogni corsa e' portare a casa quel minimo sindacale, quella piccola gratificazione che ci rende tutti uguali, quell'attaccapanni nel camerino delle comparse a cui e' appesa la timida sperenza di poter tornare, un giorno, a recitare da protagonisti: il rimborso!!
E come in una "megaditta" degli anni '60, magistralmente raccontata dal genio tragico di Paolo Villaggio, cercheremo di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo e ci sentiremo realizzati dal portare piu' corridori possibili ad una corsa. Poco importa se dopo dieci chilometri sono gia' tutti o quasi a bordo strada, ormai avremo guadagnato la nostra pagnotta quotidiana, tutto il resto è solo il misero teatrino che ci ostiniamo a chiamare sport!!
STEFANO MASI
Staff Ciclismo.Info
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