Renato Di Rocco e' stato eletto ieri a Rovereto per la quarta volta presidente della Federazione Ciclistica Italiana ottenendo alla prima votazione oltre il 55% dei voti dei delegati regionali (125 voti all'attivo) distanziando nettamente Norma Gimondi (79 voti) che e' stata la sua vera avversaria visto che Carlo Roscini si e' fermato a 10 preferenze ed Angelo Francini non ha ottenuto neppure un voto.
Se andiamo ad analizzare il successo di Di Rocco ci rendiamo conto che la grande novita' di questa elezione e' stata il coraggio dimostrato dal "presidentissimo" abbandonando gli storici alleati che lo avevano sostenuto nelle precedenti elezioni e puntando su nuove alleanze.
La grande accusa che gli veniva rivolta da molti era che i suoi due piu' fedeli alleati erano Duci della Sicilia e Roscini dell'Umbria che lo appoggiavano ma ricevevano in cambio incarichi che le regioni che rappresentavano non giustificavano; ebbene in questa votazione Roscini si e' candidato alla presidenza contrapponendoglisi e Duci , squalificato per tre mesi, non ha "digerito" tale sanzione imputandone la colpa al presidente.
Di Rocco ha nell'occasione avuto l'appoggio soprattutto delle regioni del nord ed alcune del centro Italia, quelle dove c'e' il cuore della attivita' ciclistica, dimostrando che la sua "forza" non stava in alleanze che in molti nell'ambiente giudicavano "discutibili".
Il nuovo Consiglio Federale vede accanto a Di Rocco nel ruolo di vice presidenti Daniela Isetti, confermata nel ruolo di vicario,in rappresentanza dell'Emilia Romagna, Rocco Marcheggiano per il Piemonte e Michele Gamba per la Lombardia; mentre come consiglieri sono stati eletti Maurizio Ciucci della Toscana, Gian Paolo Fantoni del Veneto, Gianantonio Crisafulli della Lombardia, Bruno Battistella del Friuli Venezia Giulia e Corrado Lodi ancora per la Lombardia.
Completano il Consiglio Federale la bolzanina Elena Valentini ed il laziale Federico Campoli in quota atleti.
La candidatura di Norma Gimondi e' stata affascinante soprattutto per il nome che porta ma non e' riuscita a far presa sui delegati non tanto per il suo progetto ed il suo programma senza dubbio di buon livello e che rappresentavano una novita' che in molti avrebbero visto con piacere nella Federazione Ciclistica, ma per alcuni che sono saliti sul suo carro, e che avevano ed hanno alle spalle una storia ciclistica non certo inappuntabile.
C'e' stata insomma a nostro giudizio un po' di inesperienza nella sua candidatura che l'ha penalizzata e le ha impedito di contrastare Di Rocco come avrebbe meritato.
Giuseppe Tomei
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